The Economy of Francesco

by • 20 ottobre 2022 • ECONOMIA, ESTERI, In evidenzaCommenti disabilitati su The Economy of Francesco274

Il Papa chiama “alle armi” i suoi giovani per una riflessione a tutto campo sulla crescita sostenibile. E lo fa nella città-simbolo del rapporto tra uomo e creato nella dottrina cattolica moderna e nella scuola dell’economia civile. Assisi. Sono stati circa un migliaio i giovani, economisti, imprenditori e studenti universitari giunti ad Assisi da un centinaio Paesi del mondo per partecipare tra il 22 e il 25 settembre alla terza edizione di “The Economy of Francesco“, la prima in presenza. Le due iniziali erano state infatti segnate dall’emergenza Covid e quindi si erano svolte in modalità online. Sabato 24 settembre, con l’arrivo di Papa Francesco al teatro Lyrick e la firma di un patto per la crescita sostenibile si è avuto l’acme di un evento il cui tema centrale dell’appuntamento è stato quello della salvaguardia del Creato. Sostenibilità ambientale, crescita inclusiva, sviluppo umano integrale e virtuosità dei rapporti produttivi e finanziari sono stati messi al centro dagli organizzatori della manifestazione: la Diocesi di Assisi, l’Istituto Serafico ed Economia di comunione.

La tre giorni di EoF si è sviluppata tra il teatro Lyrick e il Palaeventi a Santa Maria degli Angeli e il centro storico di Assisi, in 12 villaggi, relativi ai temi su cui i giovani hanno lavorato in questi tre anni. Tra i mille giovani presenti in Umbria ci sono stati anche ragazze e ragazzi che oggi si trovano su fronti di guerra avversi, come russi e ucraini, ma che ad Assisi si sono ritrovati nel comune obiettivo della ricerca di soluzioni a problemi globali. Presenti alcuni degli studiosi di punta della scena italiana e internazionale: Vandana Shiva, Jeffrey Sachs, Kate Raworth, Gael Giraud, Sabina Alkire, suor Helen Alford, Vilson Groh, Stefano Zamagni e Leonardo Becchetti tra questi.

In questa cornice, l’Istituto Serafico di Assisi ha portato un elemento fondamentale: la voce dei più fragili. Questo istituto, nato 150 anni fa dalla visione di un frate francescano e oggi vero e proprio centro di eccellenza nell’assistenza ai ragazzi con gravi disabilità, è infatti ogni giorno a contatto con alcune tra le realtà più delicate all’interno della società. Situazioni ed esperienze che possono insegnare molto e che invece troppe volte rimangono lontane da tutto, dimenticate, messe da parte. «Molto spesso – sottolinea la presidente del Serafico Francesca Di Maolo – i nostri ragazzi, come le persone più fragili, vengono denominati “ultimi” per esprimere la collocazione che di fatto hanno nella società, secondo un’analisi economica e sociale. Eppure essere “ultimo”, comunque, significherebbe partecipare, essere in gara. Se vogliamo essere onesti, riferendoci alle persone più vulnerabili e ai servizi e alle cure che ricevono, dovremmo usare un termine molto più duro e, allo stesso tempo, doloroso: dovremmo dire che sono “scartati”». Il Papa non ha mancato di parlare del tema dell’economia che “scarta” e abbandona in diversi interventii. Compresi quelli della cornice di Assisi.

“È questo il tempo per una nuova economia mondiale. A dircelo sono i giovani che hanno raggiunto Assisi per partecipare a The Economy of Francesco”: sono le parole che il vescovo d’Assisi Domenico Sorrentino ha pronunciato a margine della prima giornata dell’evento al teatro Lyrick. “Questi giovani – ha aggiunto – ci dicono soprattutto che questo è un tempo possibile nonostante tutto. Malgrado questa guerra incredibile che arriva dopo una pandemia così severa, i giovani ci dicono che si può vincere la battaglia per la pace, per un mondo più giusto ed equo e per una nuova economia e una nuova società”.

Invitando a progettare insieme un’economia attenta alle persone e all’ambiente, uscendo dal binomio produrre/consumare”, e facendo perno sull’idea di un’economia più giusta e più fraterna, i giovani studiosi hanno risposto all’appello lanciato da Papa Francesco nel 2019: “È necessario – così si rivolgeva Papa Francesco con una lettera nel 2019 ai giovani professionisti e imprenditori, leader e premi Nobel di tutto il mondo – studiare e praticare un’economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, che include e non esclude, che umanizza e non disumanizza, che ha cura del creato e non lo depreda”. Il presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, l’economista Stefano Zamagn, ha perorato la necessità di costruire un “nuovo strumento di civiltà, progresso morale ed economico” unendo la grande lezione morale ed economica dei predecessori di Francesco alle lezioni di Bergoglio. Si costruisce dunque un nesso causale tra la Popolorum Progressio di Paolo VI, la Laborem Exercens di Giovanni Paolo II, la Caritas in Veritate di Benedetto XVI e le grandi encicliche dell’era Bergoglio: Laudato Si’, Evangelii Gaudium e Fratelli tutti, che si traducono nell’invito a “abbracciare la povertà”, sull’esempio di San Francesco di Assisi, in nome non di un pauperismo fine a sé stesso ma della lotta all’esclusione e all’emarginazione.

Questo impegno passa anche, nell’attuale sistema finanziario in cui, nota lo studioso su Avvenire, per un’azione energica volta a influenzare in nome dell’economia civile il sistema finanziario. Zamagni propone di “trasformare – non basta riformare – interi blocchi del sistema finanziario che si è venuto formando nell’ultimo quarantennio per riportare la finanza alla sua vocazione originaria: quella di servire il bene comune della civitas che, come ci ricorda Cicerone, è la «città delle anime», a differenza dell’urbs che è la «città delle pietre»”. Anche di questo impegno importante Economy of Francesco si è fatta portavoce. E il Papa ha mostrato, una volta di più, l’impegno del mondo cattolico per porre la finanza e l’economia al servizio dello sviluppo umano. Rendendole sostenibili nel vero senso della parola, e non solo per facciata.

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