Perché la benzina non scende ?

by • 2 maggio 2020 • In evidenzaCommenti disabilitati su Perché la benzina non scende ?710

Il prezzo del petrolio va sempre più giù, ma il costo della benzina alla pompa non scende. Sembra un paradosso, ma il costo del carburante scendeva di più prima quando il prezzo del petrolio era più alto. Per quale motivo?

Il motivo principale per il quale il prezzo dei carburanti non scende con il crollo del prezzo del petrolio è dovuto al fatto che circa i due terzi della componente del prezzo è rappresentato da costi fissi, cioè accise e Iva. Sicché il costo della materia prima incide solo per un terzo del prezzo finale.

Sul carburante, in Italia, pesa l’innumerevole presenza di accise (ben 17) che, oltretutto, non trovano manco più giustificazione per i tempi in cui viviamo.

Vediamole tutte:
0,000981 euro: finanziamento per la guerra d’Etiopia (1935-1936)

0,00723 euro: finanziamento della crisi di Suez (1956)

0,00516 euro: ricostruzione dopo il disastro del Vajont (1963)

0,00516 euro: ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze (1966)

0,00516 euro: ricostruzione dopo il terremoto del Belice (1968)

0,0511 euro: ricostruzione dopo il terremoto del Friuli (1976)

0,0387 euro: ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia (1980)

0,106 euro: finanziamento per la guerra del Libano (1983)

0,0114 euro: finanziamento per la missione in Bosnia (1996)

0,02 euro: rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri (2004)

0,005 euro: acquisto di autobus ecologici (2005)

0,0051 euro: terremoto dell’Aquila (2009)

da 0,0071 a 0,0055 euro: finanziamento alla cultura (2011)

0,04 euro: emergenza immigrati dopo la crisi libica (2011)

0,0089 euro: alluvione in Liguria e Toscana (2011)

0,082 euro (0,113 sul diesel): decreto “Salva Italia” (2011)

0,02 euro: terremoto in Emilia (2012)

Create per essere degli adeguamenti “temporanei”, le accise non sono state mai abolite. Inoltre, dal 1999 un decreto legislativo permette alle varie Regioni di imporre una accisa autonoma sulla benzina. A ciò, poi, bisogna poi sommare il 22% di IVA.

Secondo Codacons, le compagnie petrolifere, colpite duramente dalla crisi, potrebbero ritardare volutamente l’abbassamento dei prezzi dei carburanti alla pompa per speculare ai danni dei consumatori. Del resto sono settimane che il prezzo del petrolio scende, ma i prezzi finali di benzina e diesel cambiano di pochissimo.

La denuncia del Condacons
Stando ai dati ufficiali, da inizio anno il prezzo del petrolio sui mercati è sceso del 75%, ma il prezzo della benzina solo del 12%. Troppo poco. Pur considerando il peso statico delle accise che grava sui carburanti in Italia e che incide per circa i due terzi della componente finale del prezzo al litro, la variazione della componente energetica non sembra essere stata recepita dai petrolieri. Così, dopo aver sollevato il problema denunciando un tentativo di truffa ai danni dei consumatori, Codacons ha presentato ufficialmente denuncia alla Procura di Cagliari, Nuoro, Sassari e Oristano. E ora si appresta a farlo presso altre procure italiane coinvolgendo tutte le Regioni del Paese. In sintesi, l’associazione per i diritti e la tutela dei consumatori afferma che, nonostante sia avvenuto un drastico calo del prezzo del petrolio al barile, non sono avvenute ripercussioni sui prezzi dei carburanti alla pompa, a differenza di quanto accaduto negli altri Paesi Ue.

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