Oggi peggiora la vita della gente “normale”

by • 10 settembre 2024 • In evidenza, SOCIALECommenti disabilitati su Oggi peggiora la vita della gente “normale”1858

Angus Deaton ha vinto il premio Nobel per l’economia nel 2015 grazie ai suoi studi sui consumi: cioè sulle scelte individuali che le persone fanno quando danno i loro soldi in cambio di qualcos’altro. I consumi, per questo economista scozzese trapiantato in America (ha insegnato a Princeton dal 1983 al 2016, ora è docente emerito), sono la chiave per capire le ragioni della povertà e per elaborare soluzioni se la si vuole contrastare.

Oggi, che ha 79 anni e continua a fare ricerca con a fianco la moglie Anne Case, altra autorevole economista di Princeton, Deaton è diventato uno dei più autorevoli critici dello sviluppo che ha avuto il capitalismo. Occorre “ripensare il capitalismo”, come ha titolato la lezione per la quarta edizione della Scuola di Economy of Francesco, il movimento di giovani per il rinnovamento dell’economia promosso dal Papa.

Il capitalismo, come praticato oggi in America, non funziona per la maggior parte delle persone. Non è solo un problema di allargamento delle disuguaglianze nella ricchezza e nel reddito. Gli americani meno istruiti, quelli senza una laurea, hanno certamente sofferto economicamente negli ultimi cinquant’anni, ma non è tutto. Le loro vite stanno peggiorando: hanno un’aspettativa di vita più bassa, più malattie, matrimoni falliti e famiglie frammentate. Il potere dei sindacati è scomparso, così le grandi aziende e un’élite istruita stanno gestendo il Paese e l’economia con pochissimo “input” da parte della gente comune.”

Quello che mi ha portato a queste posizioni è la realtà empirica! Anne Case e io abbiamo scritto dell’aumento delle “morti per disperazione”, persone che muoiono per droga, malattie legate all’alcol, suicidi. Abbiamo cercato di capire perché questo stia accadendo e perché l’aumento delle morti riguardi quasi solo persone senza una laurea. Uno dei fattori importanti che abbiamo individuato è il trasferimento del potere dalle persone che lavorano verso le grandi aziende e le persone istruite.
Nelle scienze economiche il concetto di potere è sempre più studiato, con lavori interessanti che documentano il potere che i monopoli hanno sui prezzi e quelli che le monopsonie (le situazioni in cui c’è solo un acquirente per una pluralità di venditori, ndr) hanno sui salari. Allo stesso tempo, a Washington negli ultimi cinquant’anni l’attività di lobbying delle aziende è notevolmente aumentata, mentre è diminuita quella dei sindacati. Settori come le banche, tecnologia e settore sanitario sono sempre più potenti a scapito delle persone comuni. Gli economisti mainstream, almeno quelli al potere a Washington, sembrano largamente indifferenti a questo deterioramento del contratto sociale. Tutti, incluso me, sono a favore dell’efficienza, ma non può essere l’unico obiettivo nella gestione dello Stato. Almeno dai tempi di Reagan, sia le amministrazioni democratiche che quelle repubblicane e i loro economisti hanno governato più a favore delle corporazioni e di Wall Street che a favore dei lavoratori.”

Sulle disuguaglianze economiche ci sono molte differenze tra l’Europa e gli Stati Uniti. Il fatto è che non credo che dovremmo parlare di disuguaglianza come una minaccia alla democrazia senza pensare a quale tipo di disuguaglianza e in quali circostanze. Molti americani e molti europei hanno poco controllo sulle politiche che influenzano le loro vite quando sono minacciate da grandi fenomeni come la deindustrializzazione o l’immigrazione. Una democrazia di successo richiede che tutti abbiano voce in capitolo. Questo non sta accadendo. Quel tipo di disuguaglianza è essa stessa una misura del fallimento della democrazia.”

Penso che l’amministrazione Biden abbia fatto un buon lavoro nel muoversi verso scelte politiche più positive e spero che avranno la possibilità di continuare. A mio avviso, l’elezione di Donald Trump sarebbe un disastro per l’America e per il mondo.”

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