Mai più tariffari per le messe

by • 1 agosto 2020 • SOCIALECommenti disabilitati su Mai più tariffari per le messe533

Dai tariffari per le messe alla celebrazione delle nozze e dei funerali. E tanto altro ancora. Sono le istruzioni ai parroci elaborate dal Vaticano con le quale di fatto si ridefiniscono il ruolo e la configurazione delle parrocchie anche alla luce della sempre più marcata carenza di sacerdoti.

Via i tariffari per le messe
Prima novità. La messa e i sacramenti non possono comportare “un prezzo da pagare”, “una tassa da esigere”, non si può “dare l’impressione che la celebrazione dei sacramenti, soprattutto la Santissima Eucaristia, e le altre azioni ministeriali possano essere soggette a tariffari”. In sostanza quella per la celebrazione dei sacramenti è “un’offerta che, per sua natura, deve essere un atto libero da parte dell`offerente, lasciato alla sua coscienza e al suo senso di responsabilità ecclesiale.

Il parroco comunque è tenuto “a formare i fedeli, affinché ogni membro della comunità si senta responsabilmente e direttamente coinvolto nel sovvenire ai bisogni della Chiesa, attraverso le diverse forme di aiuto e di solidarietà”, aggiunge la Congregazione per il Clero sottolineando che “la suddetta sensibilizzazione potrà procedere tanto più efficacemente quanto più i presbiteri da parte loro offriranno esempi ‘virtuosì nell’uso del denaro”.

Nozze e funerali
La carenza di sacerdoti potrà portare, in via “eccezionale”, a far celebrare anche laici. In particolare vale per i battesimi, i funerali, i matrimoni. “Il Vescovo, a suo prudente giudizio, potrà affidare ufficialmente alcuni incarichi ai diaconi, alle persone consacrate e ai fedeli laici, sotto la guida e la responsabilità del parroco”.

I non battezzati
Nelle parrocchie potranno collaborare con il parroco anche “i non battezzati”. “Oltre alla collaborazione occasionale, che ogni persona di buona volontà – anche i non battezzati – può offrire alle attività quotidiane della parrocchia, esistono alcuni incarichi stabili, in base ai quali i fedeli accolgono la responsabilità per un certo tempo di un servizio all’interno della comunità parrocchiale. Si può pensare, ad esempio – si legge nel documento del Vaticano -, ai catechisti, ai ministranti, agli educatori che operano in gruppi e associazioni, agli operatori della carità e a quelli che si dedicano ai diversi tipi di consultorio o centro di ascolto, a coloro che visitano i malati”.

Parroci a tempo determinato
Un parroco deve essere un sacerdote, una persona che abbia cioè ricevuto l’ordine del presbiterato, ed è “esclusa ogni possibilità di conferire a chi ne fosse privo tale ufficio o le relative funzioni, anche nei casi di carenza di sacerdoti”. Paraltro il Vaticano apre poi anche alla possibilità di “parroci a tempo determinato” ma per almeno 5 anni. In ogni caso, anche per la modalità ordinaria, ovvero la nomina a tempo indeterminato, i parroci “devono essere disponibili per essere eventualmente trasferiti a un’altra parrocchia o a un altro ufficio, se il bene delle anime oppure la necessità o l’utilità della Chiesa lo richiedono”.

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