Le regole per la scelta dei rigoristi

by • 22 luglio 2021 • SPORT, In evidenzaCommenti disabilitati su Le regole per la scelta dei rigoristi906

La scelta dei rigoristi
Quattro dei cinque rigoristi che hanno tirato in finale contro l’Inghilterra (Berardi, Belotti, Bonucci, Bernardeschi, Jorginho) erano gli stessi che avevano calciato in semifinale con la Spagna. La mossa di Mancini è stata cambiare Locatelli (che il suo lo fallì in semifinale) con Berardi, a segno invece contro Pickford. Su che cosasi basa la scelta? I rigori vengono provati in allenamento, anche se Mancini ha spesso spiegato: «Ci alleniamo sempre ma è difficile ricreare la stessa situazione di una partita». I livelli di tensione sono infatti altissimi e anche gli specialisti possono sbagliare, come è capitato a Belotti, quasi infallibile nel Torino. Di norma vanno sul dischetto quei giocatori che sono abituati a calciare anche nei loro club. Non tutti però sono primi rigoristi. Non lo è Bonucci alla Juventus, dove ha davanti Cristiano Ronaldo e Dybala, come pure non lo sono Bernardeschi e Jorginho. Berardi invece è il primo rigorista del Sassuolo.

Una scienza inesatta
Quella dei rigori è la scienza più inesatta che possa esistere. L’allenatore sceglie i giocatori che devono andare sul dischetto, ma poi, e non è insolito, chiede ai calciatori chi se la sente di calciare: i rifiuti esistono, dettati dalla paura di sbagliare. Così come pure gli atti di coraggio e chi si offre volontario. Una partita ideale non c’è: solitamente dopo 120 minuti si finisce stravolti e i cinque o sei cambi durante il match influiscono e stravolgono i piani su chi doveva andare sul dischetto. D’altro canto, entrare freschi apposta per tirare il rigore non sempre aiuta: basti vedere cosa è successo all’Inghilterra con Rashford e Saka. Per questo si dice sia una lotteria, troppe le variabili incalcolabili.

Come tirarli
Un’altra questione chiave è la scelta di come tirarli. Il portiere avversario viene studiato, così come il portiere studia a sua volta tutti i possibili tiratori. Ma al momento del dunque c’è chi si attiene al copione e tira dove aveva programmato e chi invece — poiché una sfida europea o mondiale con addosso gli occhi di milioni di persone non è la stessa cosa che un allenamento o una partita di campionato — improvvisa al momento. Chi ha ragione? Impossibile dirlo. Totti e Pirlo che fanno il cucchiaio non lo avevano pensato prima, eppure hanno segnato. Insomma, ci vogliono anche fortuna e istinto, anche se si dice che di solito chi sbaglia per primo poi vince.

Tanti errori
In questo Europeo di rigori ne sono stati falliti una valanga. In totale, durante le partite regolamentari e i supplementari, ne sono stati concessi 17: solo 10 realizzati, 7 i falliti o parati. A questi vanno aggiunti i rigori tirati dopo i supplementari che hanno fatto vittime illustri. La più famosa è senz’altro Mbappé: il suo errore contro la Svizzera del portiere Sommer (quello che si allena con gli occhiali speciali) ha mandato a casa la Francia. Insomma tirare i rigori è difficilissimo, sbagliarli semplicissimo. Una lotteria lo è per davvero.

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