Il sindacato entra in Amazon

by • 21 aprile 2022 • ESTERI, In evidenzaCommenti disabilitati su Il sindacato entra in Amazon389

Un fatto storico segna la fine di una lunga era in Amazon. Qualche giorno fa, 2.654 lavoratori hanno detto sì alla formazione della prima organizzazione sindacale. Ad opporvisi sono stati 2.131. La votazione è avvenuta nel magazzino di JFK8 di Staten Island a New York. Nasce così Amazon Labour Union (ALU) di Christian Smalls, un ex lavoratore del colosso americano. La sua battaglia è durata due anni, da quando con la pandemia decise di protestare fuori dallo stabilimento contro le condizioni dei lavoratori sotto il Covid. L’azienda lo licenziò in tronco, ufficialmente per avere infranto le norme sanitarie. Ma in tanti ritennero che quel licenziamento fu dovuto proprio alla protesta.

Senonché Smalls non si perse d’animo e da quel giorno iniziò a organizzare incontri e barbecue con i suoi ex colleghi, aspettandoli costantemente anche alla fermata del bus per convincerli a votare a favore della nascita del sindacato. I manager di Amazon hanno speso nel frattempo 4,3 milioni di dollari per dare vita a una campagna contro la sindacalizzazione dei loro lavoratori. L’azienda alla fine ha ceduto sulla votazione, ma si aspettava un altro successo dopo quello riscosso un anno fa nel magazzino di Bessemer, in Alabama.

Solo che stavolta le cose sono andate diversamente. Smalls non era legato ad alcuna organizzazione sindacale, la sua è stata una battaglia indipendente, diversamente da quella fallita del sindacato RWDSU, che rappresenta i lavoratori del commercio. Sarebbero già una cinquantina in una dozzina di stati americani i magazzini Amazon in contatto con ALU per chiedere votazioni anche da loro. Jeff Bezos, l’uomo più ricco del mondo, riporta forse la sua più grande sconfitta in 27 anni di storia della società.

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