Il caso Wirecard imbarazza la Germania

by • 6 luglio 2020 • ECONOMIA, In evidenzaCommenti disabilitati su Il caso Wirecard imbarazza la Germania748

Chi avesse ancora dubbi al riguardo sarebbe bene che si ricordasse che nel giro di meno di 5 anni abbiamo assistito allo scandalo delle emissioni inquinanti di Volkswagen, ai magheggi contabili mal riusciti di Deutsche Bank con annesse vere truffe ai danni del mercato e sanzionate dalle autorità, mentre è di questi giorni il caso Wirecard, con 1,9 miliardi di euro “spariti” nel nulla, anzi non sarebbero mai esistiti, come hanno lasciato intendere i manager della società dei pagamenti elettronici. Cosa hanno in comune questi fatti? Sono tutti “made in Deutschland”.

Wirecard equivale al caso Parmalat o a quello dell’americana Enron di inizio millennio. Quante recriminazioni ai danni del sistema finanziario e dei controlli italiano e quante volte dal Nord Europa ci hanno puntato il dito, come per dire che siamo pur sempre quelli dell’“italian job”? Ma i casi di vera truffa si moltiplicano nel cuore di questa Europa bacchettona dalle analisi a senso unico, perché stavolta la Germania l’ha fatta grossa. Non solo una società avrebbe gonfiato i bilanci per anni con ricavi fasulli contabilizzati in Asia, ma governo e autorità di controllo l’avevano difesa contro gli attacchi dall’estero.

Un anno fa, il Financial Times aveva acceso i fari sui presunti falsi in bilancio di Wirecard e per tutta risposta la BaFin, la Consob tedesca, aprì un’indagine a carico del quotidiano per “manipolazione del mercato” e non della società accusata. Quasi un anno e mezzo dopo, i controllori tedeschi sono costretti ad ammettere di avere preso lucciole per lanterne. Il caso arriva in un momento delicato per la credibilità del sistema teutonico, con la compagnia aerea Lufthansa che rischia di restare per sempre a terra.

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