Il cardinale Becciu ritenuto colpevole del reato di peculato

by • 3 gennaio 2024 • In evidenza, SOCIALECommenti disabilitati su Il cardinale Becciu ritenuto colpevole del reato di peculato2443

Con la sentenza emessa oggi, dopo 86 udienze, il Tribunale ha definito il giudizio di primo grado del processo a carico di dieci imputati e quattro società, che – come è noto – aveva ad oggetto plurime vicende (distinte, pur se con profili di connessione oggettiva e soggettiva), la principale delle quali è nota con riferimento al palazzo sito in Londra, 60 Sloane Avenue.

In ordine a questa, il Tribunale ha ritenuto sussistente il reato di peculato (art. 168 c.p.) in ordine all’uso illecito, perché in violazione delle disposizioni sull’amministrazione dei beni ecclesiastici (ed in particolare del canone 1284 C.I.C.), della somma di 200.500.000 dollari USA, pari a circa un terzo delle disponibilità all’epoca della Segreteria di Stato. Detta somma è stata versata tra il 2013 e il 2014, su disposizione dell’allora Sostituto mons. Giovanni Angelo Becciu, per la sottoscrizione di quote di Athena Capital Commodities, un hedge fund, riferibile al dr. Raffaele Mincione, con caratteristiche altamente speculative e che comportavano per l’investitore un forte rischio sul capitale senza possibilità alcuna di controllo della gestione.

Il Tribunale ha quindi ritenuto colpevoli del reato di peculato mons. Becciu e Raffaele Mincione, che era stato in relazione diretta con la Segreteria di Stato per ottenere il versamento del denaro anche senza che si fossero verificate le condizioni previste, nonché, in concorso con loro, Fabrizio Tirabassi, dipendente dell’Ufficio Amministrazione, ed Enrico Crasso.

Quanto all’utilizzo successivo della detta somma, servita – fra l’altro – per l’acquisto della società proprietaria del palazzo di Sloane Avenue e per numerosi investimenti mobiliari, il Tribunale ha ritenuto Raffaele Mincione colpevole del reato di autoriciclaggio (articolo 421-bis c. p.)

Le indagini

L’inchiesta sulla compravendita del palazzo di Londra parte in pratica da due denunce al promotore di giustizia: una dello Ior (luglio del 2019) e l’altra del revisore dei conti (agosto dello stesso anno). Il 2 ottobre la gendarmeria esegue perquisizioni all’Aif e (fatto senza precedenti) in Segreteria di Stato (SdS). Il Papa dirà nel novembre 2019 che ad autorizzarle era stato egli stesso.

Il 24 settembre 2020 nel corso di un’udienza tabellare con il Papa il cardinale Becciu deve presentare le sue dimissioni dall’incarico di prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e decade dai diritti cardinalizi, in seguito alla denuncia di un settimanale secondo cui avrebbe inviato fondi dell’Obolo di San Pietro alla sua diocesi di Ozieri, per favorire suo fratello. Accusa sempre respinta dal porporato, che il giorno successivo convoca una conferenza stampa per spiegare il suo operato. La vicenda di Cecilia Marogna emergerà in seguito nel corso delle indagini sui fondi della Sds.

Il 27 luglio 2021 inizia nell’Aula predisposta appositamente il processo sui tre filoni di indagine: palazzo di Londra, vicenda di Ozieri e caso Marogna. Gli imputati sono dieci, più tre società riconducibili a Enrico Crasso. Il dibattimento si protrarrà per 86 udienze, tra eccezioni iniziali da parte delle difese che lamentano la compressione dei loro diritti, parziale annullamento di alcune accuse, interrogatori, requisitoria del Pg e arringhe delle difese. La sentenza, si è tenuta martedì 12 dicembre 2023.

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