Ben tre generazioni, dai 70 anni in giù, si sono confrontati per la prima volta con il fatto che quello che davamo per scontato, non lo è. Finiti i divieti, quando inizierà la «fase 2», alcune abitudini saranno oramai consolidate, altre svaniranno come sono venute.
COSA SI PUÒ FARE E COSA NO DAL 4 MAGGIO 2020
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NUOVO MODULO SPOSTAMENTI (4 maggio).
IL NUOVO “AVVICINAMENTO COMMERCIALE”
La quarantena ha chiuso in casa gli italiani, ha imposto delle distanze di sicurezza ma anche polarizzato le abitudini: si è riscoperto il commercio di prossimità e al tempo stesso la consegna a domicilio. Due fenomeni che la sociologia dei consumi ha sempre pensato in contrasto fra loro ma che invece saranno semplicemente il nostro futuro nelle città: vado a piedi a comprare comodamente sotto casa alcuni prodotti freschi o quotidiani, mi faccio arrivare alla porta tutto il resto. La rinascita del commercio di prossimità e dall’altro lato dei servizi di e-commerce e delivery era già una realtà nelle grandi città, basti pensare che i centri commerciali immensi sono in crisi da anni e che le stesse catene stanno infatti investendo nei mini-market urbani, le nuove drogherie di una volta praticamente.
PICCOLO È BELLO
Non solo nella realtà, a causa delle restrizioni quando è esploso il fenomeno dell’e-commerce e del delivery, i colossi hanno arrancato nel cercare di soddisfare il boom di richieste, mentre invece gli indipendenti e le micro attività si sono dimostrati agili, veloci e con una gamma prodotti diversa, più interessante. Mentre i big rallentavano i tempi di spedizione, si è visto rinascere però il commercio elettronico specializzato. Davide ha vinto su Golia e ha l’opportunità grazie alla competenza di fidelizzare molti nuovi clienti.
L’E-COMMERCE INFINITO
Non potendo uscire di casa e percorrere più di 200 metri, la scelta di prodotti e servizi che ci sembrava infinita fino a ieri si è drammaticamente ridotta ordinanza dopo ordinanza. Ma dopo un primo momento di austerity imposto dalle circostanze, gli e-commerce e i delivery hanno reso l’accesso alle merci nuovamente potenzialmente infinito. A casa ci si può far spedire tutto ciò che pesa, che conosco già, che sarebbe introvabile comunque nella GDO tradizionale. Cestelli dell’acqua, carta igienica, i biscotti preferiti, formaggi del contadino e verdure bio, panettoni o colombe, il cioccolato di Modica o il vino naturale. Secondo i dati Nielsen, l’emergenza contagio ha determinato un aumento delle vendite online di prodotti di largo consumo pari all’81%, circa 30 punti percentuali in più rispetto al periodo che ha preceduto l’esplosione dell’emergenza sanitaria. Ci siamo sentiti intrappolati perché non potevamo “andare”, ma magicamente abbiamo anche scoperto che le cose potevano venire a noi, come la montagna con Maometto. E la scelta è molto più ampia.
UNA NUOVA PERCEZIONE DEL TEMPO E DI NECESSITÀ
Abbiamo imparato ad aspettare, pazienti, in fila o che finalmente il pacco suonasse al citofono di casa. Ora,subito,adesso puoi avere solo quello che trovi nei dintorni, per il resto serve pianificare, e aspettare. La normalità per generazioni era stata sconvolta da Amazon Now, dalle consegne in 24 ore o meglio ancora in giornata, da un commercio fondato sull’impulso che, lo dice il nome, non è ragionato. Ora abbiamo imparato a valutare meglio, a chiederci se qualcosa ci serve davvero, ossia se lo vorremo ancora fra una settimana. Spesso la risposta è no. Consumeremo con più oculatezza.
L’IGIENE COME ASSET STRATEGICO
Distanziati, spaventati, molto più consapevoli dei rischi per la salute di una corretta igiene, questo diventerà un valore aggiunto insostituibile nel settore della ristorazione. Guanti in lattice, capo coperto, mascherine e controlli severi (per davvero) saranno la norma durante la preparazione dei cibi. Già si ipotizzano camerieri in mascherina e standard di servizio al tavolo in cui il “fai da te” diventerà la norma. Per la prima volta la sicurezza igienica dei locali assumerà un’importanza fondamentale nelle preferenze dei clienti.
ADDIO CLIENTELA DI PASSAGGIO
Chi sta lavorando? Chi riuscirà a riprendersi dopo? La risposta è la stessa, chi aveva già da prima un rapporto con il proprio cliente e lo aveva coltivato nel tempo. I ristoranti con una clientela abituale consolidata riprenderanno subito a lavorare perché saranno proprio i primi posti dove si vuole andare, di cui ci si fida, che si vogliono sostenere. I locali anonimi che hanno puntato tutto sul passaggio, sul turismo mordi e fuggi, sul “cliente per caso”, avranno grandi difficoltà.
CENE PER DUE E ALL’ARIA APERTA
No a sale affollate, no a tavolate, no ad assembramenti, anche al ristorante. Quei giorni sono e saranno lontani, soprattutto per i locali con sale gremite e chiuse si dovrà procedere a diminuire i tavoli e garantire le distanze. Per pizzerie o trattorie dall’elevato numero di clienti questo significherà ripensare i conti, perché con 1/3 dei tavoli occupati, non si arriva a fine mese. Chi ha giardini, spazi all’aperto e locali ampi o con tavoli distanziati, verrà sicuramente premiato sia dalle normative che dalle scelte dei clienti.
MILLENNIALS AL POTERE
Usciremo dalla crisi grazie ai Millennials e alla generazione Z. Saranno i primi a tornare a lavorare e a consumare, a voler uscire e a ritrovare la socialità. E con loro, i loro locali preferiti.
MENO CONDIVISIONE, MENO CONVIVIALITÀ
Stavano piacendo tantissimo i piatti da condividere, i vassoi, le teglie, e il cibo da magiare con le mani. Torneremo molto probabilmente a mangiare ognuno nel proprio piatto, con le posate e a gestire con molta più attenzione di prima la promiscuità di posate e cestini del pane.
PRENOTAZIONI DIGITALI, CANCELLAZIONE GRATUITA
Gestire il flusso nei ristoranti sarà una necessità, igienica e finanziaria, e prenotare per tempo diventerà la norma. Sarà la volta buona che si affermeranno per davvero le prenotazioni con carta di credito, prepagate, ma con cancellazione gratuita. Questo è il nuovo trend anche nel turismo, perché quello che resterà in noi sarà la consapevolezza dell’imprevedibilità nella vita.
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