Disturbo bipolare, circa un milione di persone affette

by • 22 ottobre 2021 • In evidenza, SALUTE, SOCIALECommenti disabilitati su Disturbo bipolare, circa un milione di persone affette603

Immaginate di essere pieni di vita e di entusiasmo, di essere talmente tanto felici da riuscire quasi a toccare il cielo con un dito. Ora provate a pensare di perdere improvvisamente tutto, di sentire che questa carica vitale vi abbandona e lascia il posto al vuoto, all’abisso. Ricominciate da capo e provate a immaginare di continuare ad alternare gioia e dolore per il resto della vostra vita. Questa altalena emozionale ha un nome ben preciso: si chiama disturbo bipolare

Che cos’è il disturbo bipolare
Il disturbo bipolare rientra nei disturbi dell’umore e si caratterizza per gravi alterazioni delle emozioni, dei pensieri e dei comportamenti. “Si tratta di un disturbo che coinvolge in maniera complessa la totalità dell’individuo determinando oscillazioni dell’energia, delle prestazioni cognitive, dell’attenzione, della concentrazione, delle capacità di critica e di giudizio” spiega il professor Armando Piccinni, psichiatra e presidente della Fondazione BRF (Brain Research Foundation). Nei pazienti che soffrono di disturbo bipolare gli episodi di depressione si alternano a episodi maniacali, caratterizzati da umore elevato, euforia ed esaltazione.

Esistono differenti tipi di disturbo bipolare:
Il disturbo bipolare di ‘tipo 1’ è caratterizzato dalla presenza di fasi depressive e fasi di eccitamento maniacale in cui il paziente è iperattivo, i pensieri sono velocissimi, le energie elevatissime.
Il disturbo bipolare di ‘tipo 2’ invece è caratterizzato da fasi depressive e fasi di eccitamento di intensità inferiore rispetto a quelle del ‘tipo 1’. Esiste anche un terzo polo del disturbo chiamato ‘fase mista’, caratterizzato dalla concomitanza di sintomi della fase depressiva e della fase maniacale. Infine, esiste il disturbo ciclotimico, caratterizzato dalla presenza, in un arco di tempo superiore ai due anni, di instabilità dell’umore con sintomi ipomaniacali e depressivi.

Come spiega il professor Piccinni, in Italia ci sono circa un milione di persone affette da disturbo bipolare. Mentre il disturbo di “tipo 1” colpisce nella stessa misura entrambi i sessi, quello di “tipo 2” si manifesta prevalentemente nelle donne. I sintomi depressivi sono più frequenti nella popolazione adulta (sfiorano l’8% fra i 50-69enni), tra le donne (poco meno dell’8%) e nelle classi più svantaggiate (14%). Esiste inoltre una maggiore incidenza del disturbo in chi non possiede un lavoro regolare (8%), in chi riferisce almeno una diagnosi di patologia cronica (13%) e in chi vive da solo (8%).

L’esordio si colloca di solito tra il termine dell’adolescenza e gli anni immediatamente successivi, in genere tra i 20 e i 30, per questo spesso la malattia non viene immediatamente riconosciuta. Esistono però anche forme ad esordio tardivo, tra i 50 e i 60 anni, solitamente connesse con disturbi legati all’invecchiamento patologico. L’insorgenza del disturbo è spesso conseguenza di uno stress negativo oppure di una separazione o un lutto. Si può trattare di eventi di notevole importanza, ma anche di situazioni di entità più modesta.

Le difficoltà che affrontano le famiglie
Una delle difficoltà principali che si trovano ad affrontare le famiglie che hanno a che fare con questa malattia per la prima volta è la comprensione di alcuni comportamenti che possono apparire come bizzarri e indecifrabili. Una diagnosi corretta precocemente formulata può aiutare molto le famiglie a non sopportare il peso di lunghi anni di peregrinazioni tra medici e strutture sanitarie alla ricerca di una soluzione.

“Finché la famiglia non capisce di che si tratta, non trova la strada. E finché non trova la strada, la situazione in casa può diventare davvero molto pesante” spiega la dottoressa Renata Dal Palù, rappresentante direttivo di Minerva, associazione nata per aiutare le famiglie dei pazienti affetti da disturbo bipolare. “Se il disturbo non viene curato, soprattutto nei casi più gravi, rende la vita impossibile al paziente e a chi gli sta intorno, per la paura e la preoccupazione. A volte ci telefonano famiglie che sono disperate continua, che hanno bisogno di sentire una voce competente che spieghi loro cosa fare. Per questo, tra le altre cose, offriamo proprio la preparazione alle famiglie. Abbiamo un medico che aiuta i parenti, spiega bene cos’è il disturbo bipolare e insegna la farmacovigilanza e il monitoraggio”.

Le carenze dell’assistenza psichiatrica nel nostro Paese
Attualmente, in Italia, l’assistenza psichiatrica è fortemente sottodimensionata, “soprattutto per le fasce di pazienti più giovani” spiega ancora il presidente della Fondazione BRF. “Pazienti minorenni che necessitano di un posto di ricovero nei reparti di neuropsichiatria infantile incontrano enormi difficoltà per le carenze che in alcune Regioni sono mancanze assolute. La pandemia da COVID-19 poi ha ulteriormente sottolineato le gravi carenze dell’assistenza psichiatrica in Italia al punto che, da più parti, è stata invocata la necessità di una ristrutturazione radicale del servizio e di un potenziamento delle strutture e del personale”.

È necessario dunque andare a intervenire sulla carenza di risorse professionali ed economiche che ancora si riscontra nel nostro Pese e colmare le diseguaglianze esistenti fra le diverse Regioni, per poter garantire la prevenzione e il trattamento tempestivo delle patologie che riguardano la salute mentale. Chiedere aiuto e curarsi sono il primo passo da compiere per tornare a stare bene: “Parlare con le persone che sono intorno a voi e soprattutto non avere paura di rivolgersi agli specialisti che curano queste malattie, perché lo stigma lo si combatte solo così, parlando liberamente della malattia.

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