Due decreti (tecnicamente Motu proprio) in due giorni di Papa Francesco per garantire la trasparenza finanziaria e la giustizia della Santa Sede e della Città del Vaticano.
Il primo Motu Proprio, firmato il 26 aprile in cui il Comitato Moneyval, il comitato di esperti sulla valutazione delle misure antiriciclaggio e sul finanziamento del terrorismo del Consiglio d’Europa, ha adottato il suo Rapporto (ancora segreto) sul Vaticano.
Il secondo Motu Proprio porta la data del 30 aprile 2021. Con ogni evidenza si tratta di un provvedimento legislativo deciso nelle ultime ore, dopo la conclusione del lavoro di Moneyval e visto che gli esami internazionali per il Vaticano non sono ancora finiti. Il Rapporto di Moneyval sarà infatti soggetto a ulteriore revisione della sua qualità e della sua coerenza da parte della rete globale Anti Money Laundering/Counter Terrorist Financing (AML/CFT) guidata dalla Financial Action Task Force (FATF/GAFI) e dovrebbe essere pubblicato a metà giugno. L’ambito della valutazione include sia la conformità tecnica che l’efficacia delle misure poste in essere. Per quanto riguarda la conformità tecnica, Moneyval ha valutato se le leggi, i regolamenti o altre misure richieste sono in vigore in Vaticano e se esiste il quadro istituzionale di supporto AML/CFT.
Evidentemente quanto fatto fino a ieri non è stato ritenuto sufficiente in relazione all’efficacia delle misure, dal momento che l’attuale Motu proprio riguarda proprio “modifiche in tema di competenza degli organi giudiziari dello Stato della Città del Vaticano”, che permetteranno al Tribunale vaticano di giudicare anche cardinali e vescovi accusati di reati.
A Moneyval insomma non è bastato quanto annunciato dal Papa in persona nell’apertura dell’anno giudiziario vaticano il 27 marzo 2021, e cioè che tutti in Vaticano devono essere uguali davanti alla legge senza alcuna eccezione.
Il fatto che sia stato necessario più di un mese da quel discorso per giungere al nuovo decreto forse è indice di più di una spinta e controspinta interna. Ma al tempo stesso della necessità di procedere per ottenere una valutazione positiva in sede internazionale.
Da quando è scoppiato lo scandalo dell’acquisto del Palazzo di Londra da parte della Segreteria di Stato (estate 2019), del resto, sono stati emanati dal Papa altri 2 “decreti”. L’attuale stesura dell’ordinamento giudiziario modifica di nuovo, infatti, l’ordinamento giudiziario che risale a poco più di un anno fa, cioè a marzo 2020. Mentre a maggio 2020 era stato emanato il nuovo codice degli appalti. E da ultimo nel febbraio di quest’anno (2021) Francesco ha cambiato il codice penale vaticano, rendendo più facile perseguire i crimini finanziari.
Insomma quella di questi ultimi giorni è un’accelerazione ulteriore. Segnale chiaro che il Vaticano rischiava di essere considerato ancora in qualche modo a rischio trasparenza finanziaria.
Del resto le dimissioni del cardinale Angelo Becciu (che decise l’acquisto del Palazzo di Londra quando era sostituto della Segreteria di Stato) sono avvenute a pochi giorni dall’arrivo in Vaticano degli ispettori di Moneyval.
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