Mario Draghi e il “rischio calcolato”

by • 25 aprile 2021 • Covid-19, In evidenza, SOCIALECommenti disabilitati su Mario Draghi e il “rischio calcolato”1016

L’Italia inizierà a riaprire dal 26 aprile. Lo ha annunciato ieri il premier Mario Draghi parlando in un “rischio calcolato”, un rischio che secondo l’infettivologo Massimo Galli è stato “calcolato male”. Il perchè di questo giudizio è presto detto: sul fronte dell’epidemia l’Italia è tutt’altro che pronta alla ripresa delle attività. Lo dimostrano i dati che ogni giorno ci dicono che il contagio è sì in calo, seppur lento, e lo dimostra anche l’occupazione dei reparti ordinari e delle terapie intensive da parte di pazienti COVID-19.

E lo dimostra, soprattutto, lo storico della pandemia in Italia. La prima riapertura del Paese risale al 4 maggio scorso, quando le persone ricoverate con sintomi da COVID erano 16.823 e i pazienti in terapia intensiva appena 1.479. In quella stessa data le persone positive erano 99.980. Anche quella fu una riapertura graduale che proseguì per circa un mese, fino a quando il 12 giugno 2020 fu decisa anche la ripresa di discoteche e sale da ballo.

Abbiamo visto tutti quello che è successo. Oggi abbiamo qualche strumento in più per proteggerci dal virus e il piano per la riapertura messo a punto dal governo di Mario Draghi terrà conto anche degli errori commessi lo scorso anno, dalla libera circolazione tra le Regioni alla riapertura proprio delle discoteche.

Quello, però, non è l’unico esempio diretto su cui può contare il nuovo esecutivo. A fare da monito c’è anche la Regione Sardegna, tornata velocemente in zona rossa dopo solo tre settimane di quasi liberi tutti, quella zona bianca che da moltissimi è stata vista come un momento per dare sfogo alla propria libertà dopo mesi di chiusure e limitazioni.

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