737 Max, la morte di 346 persone sarebbe stata «evitabile»

by • 24 settembre 2020 • ESTERI, In evidenzaCommenti disabilitati su 737 Max, la morte di 346 persone sarebbe stata «evitabile»504

Pubblicata la relazione finale d’inchiesta sui due incidenti in Indonesia ed Etiopia: «Ci sono stati errori, omissioni e negligenze»

La morte di 346 persone sarebbe stata «evitabile» senza i numerosi errori di progettazione e la serie di irregolarità di gestione e di controllo durante lo sviluppo del Boeing 737 Max causate anche dalle pressioni causate dalla concorrenza degli Airbus A320neo.

In un rapporto di 245 pagine pubblicato mercoledì dopo un anno e mezzo di lavori la commissione parlamentare d’inchiesta statunitense lancia un duro atto d’accusa contro il colosso aerospaziale e la Faa, il regolatore federale Usa, sul velivolo di ultima generazione coinvolto in due incidenti subito dopo il decollo uccidendo tutti i passeggeri e il personale a bordo.

Gli incidenti
Il Boeing 737 Max del volo Lion Air 610 decollato da Giacarta, Indonesia, il 29 ottobre 2018, si è inabissato appena lasciata la città uccidendo sul colpo 189 persone. Pochi mesi dopo, il 10 marzo 2019, la dinamica si ripete con un altro velivolo dello stesso tipo quando il volo Ethiopian Airlines 302 partito da Addis Abeba, Etiopia, si schianta al suolo (157 vittime). È a quel punto che nel giro di poche ore le autorità locali di sicurezza del trasporto aereo decidono di fermare il 737 Max che da quel momento non è più decollato con i passeggeri.

Le accuse
«Boeing ha fallito nella progettazione e nello sviluppo del 737 Max e la Faa (l’ente federale Usa dell’aviazione, ndr) non ha svolto il suo ruolo nella supervisione di Boeing e nella certificazione dell’aeromobile», viene scritto nel rapporto. La commissione parlamentare sostiene che gli incidenti «non sono stati il risultato di un singolo guasto, errore tecnico o evento gestito male». Peggio ancora quegli incidenti «sono stati l’orribile culmine di una serie di presupposti tecnici errati da parte degli ingegneri della Boeing, una mancanza di trasparenza da parte del dirigenza della società e una supervisione grossolanamente insufficiente da parte della Faa».

Il ruolo delle «gole profonde»
Per arrivare al rapporto odierno la commissione hanno sfogliato oltre 600 mila pagine di documenti chiesti a Boeing, Faa, alle compagnie aeree e altre aziende coinvolte. Durante l’inchiesta sono state realizzate anche diverse interviste — in alcuni casi veri e propri interrogatori — con decine di dipendenti di Boeing e Faa. Un ruolo cruciale l’hanno svolto anche le «gole profonde» sia del colosso aerospaziale, sia dell’ente regolatore che oltre a raccontare diversi dettagli, hanno anche consegnato mail secondo loro importanti ai fini dell’indagine.

Il sistema anti-stallo
I due incidenti del 2018 e 2019 ruotano attorno al ruolo svolto dal «Mcas», il sistema informatico anti-stallo che ricevendo informazioni da un solo sensore esterno è in grado di riportare il muso del velivolo al giusto livello. Ma in entrambi i voli quel sensore ha ricevuto dati sbagliati spingendo il software ad agire di conseguenza e in modo pericoloso facendo precipitare i 737 Max poco dopo il decollo. I piloti hanno cercato di reagire, ma nel volo Lion Air non sapevano nemmeno dell’esistenza di quel sistema anti-stallo, nel secondo caso il «Mcas» richiedeva una forza fisica tale che sarebbe stato impossibile per i piloti riportare su il muso.

«Omesse informazioni cruciali»
Il documento sostiene su questo punto che Boeing ha fatto «ipotesi di progettazione e prestazioni errate». Non solo. Perché l’azienda ha anche «omesso informazioni cruciali» relative al «Mcas» sia alla Faa, sia ai clienti e ai piloti. L’esistenza stessa del sistema anti-stallo non è stata inserita nei manuali per gli equipaggi, convincendo così le autorità regolatorie a non richiedere un addestramento aggiuntivo (e più costoso) al simulatore per i piloti per abilitarli al 737 Max. Dure anche le accuse alla Faa che secondo la commissione «ha fallito nell’assicurare la sicurezza del trasporto pubblico». La commissione ha proposto alcune riforme sulle procedure di certificazione.

Le modifiche
L’anno passato il National transportation safety board (l’ente che indaga sugli incidenti nell’ambito dei trasporti, ndr) ha spiegato che Boeing ha «sovrastimato» la capacità dei piloti di gestire una serie di allarmi durante i malfunzionamenti del Mcas. La società ha introdotto delle modifiche al sistema anti-stallo rendendolo meno potente, dando ai piloti un maggiore controllo e al software più dati esterni prima di essere attivato: tutti cambiamenti che vengono tenuti in considerazione questi mesi nell’ambito delle procedure di ri-certificazione del velivolo. Dopo i test dei regolatori americani, nei giorni passati è stato il turno dei colleghi canadesi ed europei nei cieli del Canada.

Le reazioni
Boeing replica al rapporto sostenendo in una nota di «aver collaborato pienamente fin dall’inizio» e di aver «imparato molte lezioni difficili dagli incidenti e dagli errori che abbiamo commesso». La società ricorda di aver apportato «tutte le misure necessarie per poter far tornare il 737 Max al volo in sicurezza», di aver «modificato l’attività degli ingegneri, dando loro un canale più diretto con il top management (intanto cambiato, ndr) per condividere le loro preoccupazioni». Dalla Faa fanno sapere che intendono lavorare «con i legislatori per implementare le migliorie da fare identificate nel rapporto».

PDF rapporto d’inchiesta integrale della commissione parlamentare Usa (in inglese)

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