UNA MANO TESA A CHI CONTINUA A REMARE CONTRO LA COMUNITÀ

by • 10 giugno 2017 • ARCHIVIO DENTRO LA NOTIZIA, NOTIZIE DAL VILLAGGIOCommenti (2)4583

Fissarsi nel tener fede a principi e convinzioni preconcette, anche quando l’evidenza suggerisce di cambiare, impedisce di trovare alternative più proficue.

Restare aggrappati per orgoglio o questioni di principio a scelte errate, è un limite che rovina la nostra esistenza: come liberarsi di questa rigidità.

Coerenza significa essere integrati nella realtà, avere un’identità e al contempo essere disponibili, se necessario, a trasformarla, ad esempio prendendo atto di un errore o cambiando in corsa un progetto già definito. Gli scienziati parlano di “coerenza dell’Universo” per indicare l’intima interdipendenza fra le parti che lo compongono. Questo principio è alla base della visione olistica della realtà: ogni cosa è in relazione con tutto il resto e questa legge vale anche per l’uomo, per il quale essere davvero coerente significa affermare se stesso senza negare quanto gli accade, adattarsi agli eventi senza rinunciare ai propri valori, tenere un “filo conduttore” pur nelle vicende difficili dell’esistenza.

I danni della rigidità

– Rendere infernali e compromettere amicizie e rapporti sentimentali

– Indebolire i progetti, non adattandoli a eventuali nuove situazioni

– Accumulare sempre più rabbia e frustrazione

La guida pratica

Cambiare idea non è una sconfitta: diventa più forte chi non si aggrappa ai suoi “dogmi”

Impara ad essere cedevole

La pensavi in un modo e i fatti ti smentiscono? Volevi convincere ma le argomentazioni dell’altro ti sembrano valide? Non aver paura di cambiare il tuo vecchio schema se la situazione lo richiede. Cambiare idea non è una sconfitta ma predispone a un’evoluzione. Cedi: diventerai più forte.

No alle questioni di principio

Non tirare in ballo in una discussione la tua rigidità come se fosse un valore, chiamandola coerenza. La frase “Io almeno sono coerente” non porta a nulla, perché in realtà significa: “Abbiamo perso entrambi, ma io sono più testardo di te”. I dogmi impediscono di agire e di pensare nel modo più adatto.

Rifletti: è coerenza o rabbia?

A volte la rigidità maschera una grande carica di rancore o di aggressività inespressa. Prova a riconoscere se nel tuo “tener duro” su certe posizioni non vi sia una componente punitiva, che sta cercando di “far giustizia” per qualcosa accaduto tempo fa o per una irrazionale smania di affermazione.

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2 Responses to UNA MANO TESA A CHI CONTINUA A REMARE CONTRO LA COMUNITÀ

  1. INTERVISTA A UN NARCISISTA PERVERSO ha detto:

    Un bastardo, un predatore, uno sciacallo senza scrupoli che ha bisogno di usare e spremere fino al midollo le proprie prede. Un vampiro assetato di sangue che ha bisogno di vedere gli altri soffrire per stare bene” così si definisce Paolo G., il protagonista del nuovo libro della criminologa Cinzia Mammoliti, Intervista a un narcisista perverso, Runa Editrice, Euro 14,00.

    Dopo I serial killer dell’anima e Il manipolatore affettivo e le sue maschere, la Mammoliti, una delle maggiori esperte italiane in materia di manipolazione relazionale e violenza psicologica, torna ad affrontare l’argomento della pericolosità dei rapporti con narcisisti e psicopatici. Lo fa con un’intervista a un soggetto sadico e seriale, non solo consapevole ma anche orgoglioso della propria crudeltà.

    E’ un dialogo profondo, puntuale, coinvolgente quello che ripercorre le tappe della relazione tra Paolo e Arianna, dall’amore immacolato della giovinezza alle prime violenze, alle rotture seguite da puntuali riconciliazioni, alla svalutazione, ai tradimenti, alle bugie, alle manipolazioni, fino allo sconcertante epilogo che terrà i lettori con il fiato sospeso.

    Le vicende narrate toccano tutti i tratti del disturbo di personalità dei soggetti in questione: la misoginia, la mancanza di stima e rispetto per le donne considerate ostacoli nell’imposizione della propria grandiosità, la loro oggettivazione (“…oggetti e basta, corpi su cui sfogare la mia rabbia e frustrazione per poi gettarli via”), la distinzione tra sante e puttane (“Il sesso migliore riesco a farlo con donne di cui non mi importa nulla perché con loro mi posso sfogare liberamente e far fare cose che non farei mai fare alla donna che amo”); il richiamo a un’infanzia tormentata e a una madre assente e l’intenso coinvolgimento con le due donne più importanti della sua vita, definite “…il preciso contrario di mia madre…come la madre che avrei sempre voluto avere”.

    Come per tutti i narcisisti la colpa è sempre dell’altro quando le cose iniziano a non funzionare: Arianna “ormai non c’era più- dice il protagonista-. Era completamente assorbita dalle sue cose, dai suoi studi, dalle sue amiche. Non mi vedeva più…non cucinava più…e fu esattamente allora che iniziai a innervosirmi”.

    La consapevolezza e la lucidità delle tecniche di manipolazione che questi soggetti utilizzano per uscire dall’angolo emergono con assoluta insolenza. Confessa Paolo: “Quando una donna ti mette con le spalle al muro e inizia a chiedere risposte che tu ovviamente non le puoi dare, nega e gettale addosso il dubbio che non sia sana di mente per i sospetti che nutre…devi iniziare a mettere in discussione ogni cosa che dice e che fa, farle credere il contrario di quella che è la realtà, farla dubitare in continuazione delle sue percezioni e della sua memoria, mandarle messaggi contraddittori per disorientarla”.

    Con questo avvincente libro la Mammoliti ci illumina ancora una volta sulla pericolosità delle relazioni tossiche e si addentra nei meandri della mente di narcisisti patologici e psicopatici mettendo a nudo debolezze e perversioni di tali soggetti. Va ricordato però che “la corsa all’uomo”, fenomeno diffuso nella società odierna, non fa che aumentare il narcisismo di individui disturbati ponendo spesso le donne in posizioni di corresponsabilità. “Ho visto fare alle donne le cose più folli per tenersi accanto un uomo- dichiara Paolo-. La maggior parte di loro non guarda in faccia niente, accetta umiliazioni, tradimenti, botte, anche l’abuso dei propri figli pur di non farsi mollare da chi hanno accanto… Chiamano mostri quelli come me ma non si rendono conto che il più delle volte sono loro a trasformarci in peggio, a farci venire fuori lo schifo che abbiamo dentro, a farci perdere ogni tipo di considerazione nei loro confronti”.

    Con tutta la disistima e la repulsione verso individui così sadici e crudeli, in assoluta solidarietà con le vittime di violenza fisica e psicologica da parte di soggetti così riprovevoli e nel rispetto di tutte le sofferenze provocate da condotte abusive, credo comunque che l’ultimo virgolettato del Signor Paolo G. imponga una riflessione profonda da parte di tutti noi.

    anteprima-intervista-a-un-narcisista-perverso-l-fzeqfg

  2. UNA MANO TESA A CHI CONTINUA A REMARE CONTRO LA COMUNITÀ ha detto:

    Fissarsi nel tener fede a principi e convinzioni preconcette, anche quando l’evidenza suggerisce di cambiare, impedisce di trovare alternative più proficue.

    Restare aggrappati per orgoglio o questioni di principio a scelte errate, è un limite che rovina la nostra esistenza: come liberarsi di questa rigidità.

    Coerenza significa essere integrati nella realtà, avere un’identità e al contempo essere disponibili, se necessario, a trasformarla, ad esempio prendendo atto di un errore o cambiando in corsa un progetto già definito. Gli scienziati parlano di “coerenza dell’Universo” per indicare l’intima interdipendenza fra le parti che lo compongono. Questo principio è alla base della visione olistica della realtà: ogni cosa è in relazione con tutto il resto e questa legge vale anche per l’uomo, per il quale essere davvero coerente significa affermare se stesso senza negare quanto gli accade, adattarsi agli eventi senza rinunciare ai propri valori, tenere un “filo conduttore” pur nelle vicende difficili dell’esistenza.

    I danni della rigidità

    – Rendere infernali e compromettere amicizie e rapporti sentimentali

    – Indebolire i progetti, non adattandoli a eventuali nuove situazioni

    – Accumulare sempre più rabbia e frustrazione

    La guida pratica

    Cambiare idea non è una sconfitta: diventa più forte chi non si aggrappa ai suoi “dogmi”

    Impara ad essere cedevole

    La pensavi in un modo e i fatti ti smentiscono? Volevi convincere ma le argomentazioni dell’altro ti sembrano valide? Non aver paura di cambiare il tuo vecchio schema se la situazione lo richiede. Cambiare idea non è una sconfitta ma predispone a un’evoluzione. Cedi: diventerai più forte.

    No alle questioni di principio

    Non tirare in ballo in una discussione la tua rigidità come se fosse un valore, chiamandola coerenza. La frase “Io almeno sono coerente” non porta a nulla, perché in realtà significa: “Abbiamo perso entrambi, ma io sono più testardo di te”. I dogmi impediscono di agire e di pensare nel modo più adatto.

    Rifletti: è coerenza o rabbia?

    A volte la rigidità maschera una grande carica di rancore o di aggressività inespressa. Prova a riconoscere se nel tuo “tener duro” su certe posizioni non vi sia una componente punitiva, che sta cercando di “far giustizia” per qualcosa accaduto tempo fa o per una irrazionale smania di affermazione.

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